Marcella Mallen, presidente dell'ASviS, all'inizio dell'evento di presentazione del Rapporto ASviS 2023, ha sottolineato la crescente preoccupazione riguardo alla situazione attuale del mondo, in linea con l'allarme espresso da Papa Francesco nell'esortazione apostolica "Laudate Deum", Il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura.
L'ottavo Rapporto dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) "L’Italia e gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile" evidenzia che l'Italia sta accumulando notevoli ritardi nella realizzazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, a metà del suo percorso. Dei 17 Obiettivi dell'Agenda, otto mostrano miglioramenti limitati, sei peggioramenti, e tre mantengono la situazione invariata rispetto al 2010. Dei 33 Target valutabili con indicatori quantitativi, solo otto sembrano essere sul cammino giusto per raggiungere i valori previsti entro il 2030, mentre quattordici risultano difficili o impossibili da raggiungere, nove registrano andamenti contraddittori, e due mancano di dati sufficienti per una valutazione. È urgente tradurre le promesse in azioni concrete, soprattutto alla luce degli impegni presi durante il Summit Onu di settembre 2023. Tuttavia, l'Italia, a differenza dell'Unione Europea, deve ancora abbracciare con decisione il percorso del progresso sostenibile e non ha una visione complessiva delle politiche pubbliche necessarie. Sebbene siano stati compiuti alcuni progressi e prese decisioni favorevoli, la mancanza di un impegno coordinato da parte della società, delle imprese e delle forze politiche ha portato il paese verso uno sviluppo insostenibile.
In Italia, rispetto al 2010, gli indicatori compositi elaborati dall'ASviS registrano peggioramenti nelle seguenti aree: povertà (Goal 1), sistemi idrici e sociosanitari (Goal 6), qualità degli ecosistemi terrestri e marini (Goal 14 e 15), governance (Goal 16) e partnership (Goal 17). Per altri obiettivi come cibo (Goal 2), disuguaglianze (Goal 10) e città sostenibili (Goal 11), si osserva una sostanziale stabilità. Solo due obiettivi, salute (Goal 3) ed economia circolare (Goal 12), mostrano miglioramenti leggermente superiori al 10% in 12 anni. Le disuguaglianze territoriali in Italia mostrano un quadro eterogeneo, con una riduzione evidente solo per due obiettivi (Goal 10 e 16), una stabilità per tre (Goal 2, 9 e 12) e un aumento per gli altri nove obiettivi. Questo contrasta con il principio fondamentale dell'Agenda 2030 di "non lasciare nessuno indietro."
Purtroppo, l'Italia non è l'unico paese a faticare nell'attuazione dell'Agenda 2030. A livello globale, secondo le Nazioni Unite, solo il 12% dei Target dell'Agenda mostra progressi significativi verso il raggiungimento degli obiettivi. Più della metà è ancora "moderatamente o gravemente fuori strada," e circa il 30% non ha registrato alcun progresso o si trova in una situazione peggiore rispetto al 2015.
Nell'Unione Europea, si notano segni di riduzione delle disuguaglianze tra i Paesi nel conseguimento degli Obiettivi, ma gli indicatori dell'ASviS mostrano che i progressi raggiunti per molti obiettivi dall'anno 2010 in poi sono miglioramenti modesti e ancora insufficienti per raggiungere gli obiettivi dell'Agenda 2030 entro la scadenza prevista.
I dati seguenti, relativi alle quattro dimensioni dello sviluppo sostenibile, riflettono le sfide complesse che l'Italia deve affrontare in ogni aspetto del suo percorso. Soluzioni efficaci richiederanno politiche mirate, investimenti significativi e azioni concrete.
Sociale: Tra il 2015 e il 2021, l'Italia ha visto un aumento nella quota di famiglie in condizione di povertà assoluta, che tocca quasi 2 milioni di famiglie, cone 1,4 milioni di minori. Inoltre, la disuguaglianza tra i ricchi e i poveri continua a crescere. La spesa pubblica per sanità e istruzione è notevolmente al di sotto della media europea. Si registrano alti tassi di abbandono scolastico (11,5%, con un picco del 36,5% tra gli studenti stranieri) e disoccupazione giovanile (23,7%). Inoltre, 1,7 milioni di giovani non sono coinvolti né nello studio né nel lavoro.
Ambiente: L'Italia affronta sfide ambientali significative, inclusa una perdita del 42% dai sistemi idrici. Solo poche aree terrestri e marine sono attualmente protette. Le acque superficiali hanno uno stato ecologico "buono" o "superiore" solo per il 43% dei fiumi e dei laghi. Inoltre, il degrado del suolo colpisce il 17% del territorio nazionale, e l'80,4% degli stock ittici è sovrasfruttato. Le energie rinnovabili rappresentano solo il 19,2% del totale, ostacolando il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni stabiliti dall'Unione Europea.
Economia: nonostante la ripresa economica osservata nel biennio 2021-2022, l’Italia continua a mostrare segni di crescita economica debole. L'occupazione cresce, ma è accompagnata da una componente significativa di lavoro irregolare. Mentre sono stati compiuti passi avanti nell'economia circolare (con una riduzione del consumo materiale pro-capite del 33% in dieci anni) e nell'innovazione (+21% tra il 2010 e il 2018), non ci sono tante imprese che investono nella trasformazione digitale ed ecologica. Il Paese richiede notevoli investimenti, soprattutto per rendere le infrastrutture più resilienti di fronte alla crisi climatica. La finanza sta gradualmente orientandosi verso la sostenibilità, seguendo i cambiamenti nelle preferenze dei risparmiatori.
Istituzioni: Negli ultimi 10 anni sono stati registrati cali significativi negli omicidi volontari e nella criminalità predatoria. Tuttavia, si è osservato un aumento di reati contro la persona, tra cui violenze sessuali ed estorsioni. È emerso anche un aumento significativo dei reati informatici, come truffe e frodi. Inoltre, il sovraffollamento carcerario, ridotto tra il 2010 e il 2019, ha ripreso a crescere negli ultimi due anni.
Nel contesto di questo scenario, l'ASviS sottolinea che è fondamentale che l'Italia adotti un approccio politico e culturale che metta la sostenibilità al centro di tutte le scelte, sia pubbliche che private. Questo è il principio cardine alla base della nuova Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile recentemente approvata dal Governo italiano, che si è anche impegnato a predisporre un "Piano di accelerazione" per il raggiungimento degli Obiettivi su cui l'Italia è in ritardo, come dichiarato all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L'ASviS propone al Governo tre azioni concrete:
Parallelamente, è essenziale attuare la nuova Strategia Nazionale, includendo un sistema di valutazione ex ante delle politiche rispetto ai diversi Obiettivi dell'Agenda 2030. Questo sistema dovrebbe comprendere anche il "Youth Check," che verifica il rispetto del criterio di giustizia intergenerazionale. La valutazione d'impatto dovrebbe essere applicata alle politiche degli enti territoriali, in particolare ai progetti finanziati dai nuovi fondi europei e nazionali di coesione. Inoltre, l'Italia dovrebbe rafforzare e finalizzare le bozze del Piano Nazionale Integrato Energia-Clima (PNIEC) e del Piano Nazionale per l'Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) al fine di guidare una serie di politiche economiche, sociali e ambientali sostenute da finanziamenti adeguati. È necessario introdurre una Legge per il clima che stabilisca l'obiettivo di neutralità climatica entro il 2050, definisca obiettivi intermedi coerenti e istituisca meccanismi di monitoraggio. Infine, per coinvolgere sempre di più l'opinione pubblica sull'importanza dello sviluppo sostenibile e il rispetto dei diritti delle future generazioni, l'ASviS propone l'istituzione della "Giornata nazionale dello sviluppo sostenibile" da celebrare il 22 febbraio, in onore della pubblicazione della Legge costituzionale 1/2022.
L'ASviS ha delineato 13 linee di intervento prioritarie essenziali per far progredire l'Italia verso l'attuazione dell'Agenda 2030, che includono:
Queste proposte, alcune delle quali richiedono risorse finanziarie significative, mentre altre possono essere implementate a costo quasi zero, sono in linea con le raccomandazioni specifiche rivolte all'Italia dal Consiglio europeo e possono essere integrate nella prossima Legge di bilancio e nei provvedimenti collegati, così come nelle riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Link al rapporto: